Ddl sulla Corte dei Conti: via libera per l'illegalità o taglio della burocrazia?

 Ddl sulla Corte dei conti: via libera per l'illegalità o taglio della burocrazia? 

E' di poche ore fa la notizia che anche il Senato avrebbe approvato il d.d.l. per riformare la Magistratura contabile. Vediamo i vari punti di vista e che cosa cambia per i cittadini una volta entrata in vigore. 

(Luca Ferri, 27 dicembre 2025)

La riforma della Corte dei Conti è uno dei temi più caldi, oltre alla legge di bilancio, che viene discusso ultimamente dalla politica italiana. Da un lato abbiamo chi sostiene che si tratti di una (l'ennesima) deriva autoritaria e che sia solo una ripicca per il "No" al ponte sullo Stretto; dall'altra, invece, c'è chi utilizza toni trionfali affermando che si tratti di un provvedimento necessario per la famosa semplificazione. 

Tuttavia, come sempre, la maggior parte dei cittadini rimane tagliata fuori dal dibattito, poiché sa ben poco relativamente ai cambiamenti tangibili per chi non è del settore. Purtroppo, non c'è stata, come spesso accade, un'adeguata informazione a livello mediatico; sarà perché sono tutti concentrati sulla riforma della Giustizia o sulla legge di bilancio? 

Procediamo con ordine. E' innanzitutto necessario fare un salto nel tempo per tornare al 9 giugno 2025, data in cui la Corte dei conti si è espressa (con il parere 4/2025/CONS n.d.r.) relativamente al ddl Foti. Com'è logico pensare, data la guerra costante tra Governo e Magistratura, la Cdc a Sezioni riunite in alcuni passaggi ha criticato duramente il provvedimento in questione, mentre in altri ha addirittura apprezzato gli sforzi del Legislatore. I principali punti di scontro sono diversi: in primis, la forte limitazione del potere di controllo mentre le opere sono in corso; in secundis, lo "Scudo erariale" che, da provvedimento provvisorio legato all'emergenza Covid-19, diventa legge strutturale; in terzo luogo, la limitazione al potere d'indagine, in base a cui la Procura contabile si vedrebbe limitata la capacità di acquisire materiale o avviare istruttorie. 

Per essere oggettivi e non confondere le acque - come di consueto avviene - bisogna riconoscere l'esistenza di questioni pretestuose da parte di entrambi i poteri coinvolti: la Magistratura è fin troppo impegnata ad ostacolare la riforma per la separazione delle carriere, quindi qualsiasi scusa è buona per attaccare il Governo; l'Esecutivo, d'altro canto, non è da meno, difatti si ritrova a criticare e talvolta strumentalizzare qualunque provvedimento che sia firmato da un giudice per aizzare il popolo contro le toghe. 

Il nodo principale del parere della Corte è proprio la seguente dicotomia: da un lato la necessità di non paralizzare la macchina amministrativa in un momento cruciale per i fondi europei, dall'altro il rischio che l'efficienza diventi una giustificazione per l'allentamento della legalità finanziaria. Le Sezioni unite affermano che il controllo non deve essere visto come un freno, ma come un 'faro' per una corretta azione amministrativa. 

IERI VS OGGI: COSA CAMBIA CON LA RIFORMA
Ambito di InterventoRegime Attuale / Posizione della CorteProposta DDL (Foti) / Governo
Controllo ConcomitanteMonitoraggio in tempo reale sui grandi progetti (PNRR) per prevenire sprechi e bloccare errori prima che avvengano.Soppressione o forte limitazione del controllo in corso d'opera per evitare "rallentamenti burocratici".
Responsabilità ErarialeIl funzionario risponde per Dolo (volontà di sbagliare) e Colpa Grave (negligenza o imperizia inescusabile)."Scudo Erariale": il funzionario risponde solo per Dolo. La colpa grave è esclusa per evitare la "paura della firma".
Poteri della ProcuraAmpia facoltà di acquisire atti e documenti per avviare istruttorie su segnalazioni o notizie di danno.Limitazione dell'attività istruttoria: la Procura può agire solo su specifiche e circostanziate denunce o notizie di reato.
Obiettivo DichiaratoGaranzia della legalità e tutela del patrimonio pubblico (Art. 100 e 103 Cost.).Accelerazione delle procedure e attuazione del PNRR senza "intralci" della magistratura contabile.
Questo è quanto di oggettivo c'è. 

Veniamo ora ai pareri della politica. Abbiamo anzitutto il parere di Foti, promotore della proposta (da qui 'ddl Foti'), che la ritiene un atto di buon senso, dal momento che il controllo concomitante spesso si trasformava in un'ingerenza nelle scelte amministrative e politiche. Non ha tardato ad arrivare anche il commento di Matteo Salvini (Lega), che ritiene che lo scudo erariale è fondamentale per evitare la burocrazia difensiva: "I sindaci devono poter firmare senza avere il timore di vedersi sequestrati i beni per un errore formale commesso in buona fede." Infine, Forza Italia ha sostenuto la riforma ritenendola un passo verso una giustizia 'più liberale'. 
Dall'altro lato ci sono i contrari, che si sono espressi molto duramente. In particolare, Giuseppe Conte (M5S) ha parlato di "smantellamento dei presidi di legalità". Anche Elly Schlein si è espressa in modo critico sostenendo che il Governo stia "abbassando le difese immunitarie" dello Stato: l'efficienza non si può garantire eliminando la trasparenza. 

In definitiva, il braccio di ferro tra il Governo e la Corte dei Conti non è solo una disputa burocratica, ma tocca il cuore dell'assetto istituzionale italiano. Se da un lato l'esigenza di accelerare i progetti per la realizzazione delle opere pubbliche è reale e urgente, dall'altro la storia recente del nostro Paese insegna che la vigilanza sulle risorse pubbliche non è mai un esercizio superfluo.

La sfida è quella di trovare un punto di equilibrio che non trasformi la Pubblica Amministrazione in un sistema privo di responsabilità, né - come attualmente è - in uno paralizzato dal timore dei tribunali. 



Consulta la fonte:

Parere n. 4/2025/CONS