Braccio di ferro sulla partita della discordia
BOLOGNA, 22 NOVEMBRE 2025
Braccio di ferro sulla partita della discordia
Il malumore tra il Comune di Bologna e il Ministero dell'Interno aumenta in seguito alla guerriglia urbana durante una manifestazione pro-Pal.
(Luca Ferri, 22 novembre 2025)
«Manderò il conto dei danni a Piantedosi» Così il sindaco Lepore all’indomani della guerriglia urbana
avvenuta nel centro di Bologna la sera della partita di basket che vedeva in campo la squadra israeliana Maccabi Tel Aviv e la Virtus. La frase, pronunciata durante una conferenza stampa, è solo uno dei sintomi che evidenziano i dissapori tra la Giunta bolognese e il Ministro degli Interni: la vicenda andava avanti da almeno una settimana tra braccio di ferro e rimpalli di responsabilità.
Definirla la "partita della discordia" pare poco. Lo scontro tra poteri era cominciato molto prima dei giorni clou; infatti, il Sindaco di Bologna Matteo Lepore si era detto contrario alla scelta del PalaDozza come luogo ove far disputare lo scontro sportivo tra Maccabi Tel Aviv e Virtus per motivi di gestione dell’ordine pubblico. Già si sapeva, infatti, che i pro-Pal non avrebbero lasciato correre e che avrebbero fatto sentire tutto il loro disappunto per la presenza della squadra israeliana nel capoluogo. Tuttavia, il Ministro degli Interni ha ordinato di giocare ugualmente la partita al PalaDozza, affermando che l’agenda degli eventi sportivi non può essere ostaggio di anarchici e facinorosi.
Ieri (21 novembre) era il grande giorno: era stata disposta, nei pressi del palazzetto, una grande zona rossa presidiata dalle Forze dell’ordine, creando disagi alle attività commerciali - quasi tutte chiuse - e agli abitanti del posto, che si sono visti sbarrare le strade e le scuole dalle 13 in poi.
Verso le 19, in Piazza Maggiore, si sono riuniti i manifestanti con le bandiere della Palestina urlando slogan contro Israele e il Ministro Piantedosi. In un primo momento, il corteo è rimasto compatto con l’obiettivo di raggiungere il PalaDozza, ma, una volta arrivato tra Via Lame e Via Marconi, sono cominciati i primi tafferugli con le Forze dell’ordine a colpi di bombe carta e idranti. Il peggio non era ancora arrivato, infatti, poco più tardi, il gruppo si è suddiviso, dando inizio ad una vera e propria guerriglia urbana: cassonetti dati alle fiamme, cantieri del tram divelti, auto in sosta danneggiate, sampietrini lanciati contro i cordoni della Polizia. Ovviamente, di riflesso, sono stati utilizzati gli idranti e lanciati lacrimogeni per disperdere i manifestanti. Si contano almeno 16 agenti feriti - alcuni anche in modo serio - e 100mila euro di danni solo agli oggetti pubblici.
Oggi, alla conferenza stampa, Lepore ha annunciato che si è trattato di scene che sarebbero potute essere evitate se il Ministro non avesse gestito l’ordine pubblico in maniera sconsiderata. Per tale ragione il Sindaco ha attaccato affermando che avrebbe mandato il conto dei danni da pagare al Ministro stesso.
Sembrava tutto terminato, invece, la replica di Piantedosi non ha tardato. In ultima battuta ha affermato che i danni vanno fatti pagare a coloro che li hanno cagionati, che avevano come unico obiettivo quello di non far giocare la squadra israeliana, compiendo un ricatto inaccettabile.
Parallelamente allo scontro politico, la vita va avanti e i cittadini bolognesi si sono trovati ancora una volta a dover fare la conta dei danni subiti dai soliti personaggi che ormai agiscono indisturbati in una città sempre più allo sbando.